Parodontologia
Le malattie parodontali sono patologie che interessano le strutture di supporto dei denti (gengive e osso alveolare).
Vengono comunemente distinte in:
1. gengiviti, che interessano la gengiva marginale e sono caratterizzate da arrossamenti, gonfiore, sanguinamento. Se non sono adeguatamente trattate possono precedere evolvere e divenire
2. parodontiti, ovvero un gruppo di patologie caratterizzate dalla distruzione dei tessuti parodontali. Si manifestano con riassorbimenti ossei e gengivali, ascessi, mobilità dentale e, se non trattate per tempo, perdita dei denti interessati.
Tali patologie sono molto frequenti: circa il 60% della popolazione italiana è affetta da una forma di malattia parodontale, da lieve a grave.
Strettamente legate agli stili di vita, sono provocate da alcune specie batteriche e influenzate nel loro decorso da numerosi fattori.
Ad esempio, sappiamo che la cattiva igiene orale, il fumo, il diabete, una particolare suscettibilità individuale ne influenzano il decorso e la gravità .
Attualmente le parodontiti sono la principale causa di edentulismo parziale e totale in Italia.
In molti casi le parodontiti non vengono diagnosticate o lo sono molto tardivamente. La mancata diagnosi precoce e la mancata terapia influenzano grandemente la progressiva distruzione dell’apparato di sostegno dei denti, con conseguente compromissione della funzione masticatoria e dell’aspetto estetico e con perdita degli elementi dentari.
Inoltre oggi sappiamo che le malattie parodontali possono rappresentare un potenziale fattore di rischio per alcune patologie sistemiche, quali batteriemie, endocarditi acute e subacute, patologie cardio-vascolari, infezioni di protesi sostitutive, diabete, malattie respiratorie.
Le malattie parodontali possono essere prevenute e curate. La prevenzione e la terapia sono molto efficaci ed efficienti nella maggior parte dei casi.
Gli interventi di chirurgia parodontale hanno l’obiettivo di:
a)limitare la carica batterica responsabile della malattia mediante la riduzione della profondità delle tasche gengivali;
b)modificare l’architettura ossea gengivale in modo da permettere al paziente di mantenere una adeguata igiene orale;
c)ottenere la stabilizzazione di denti mobili.